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     Associazione Culturale Mariangela Virgili 
    I rioni di Ronciglione
      
    Ormai i tempi sono maturi per dare una sistemazione organica ai
    rioni di Ronciglione. Tanto più che da sempre ci sono stati e ben netti e
    distinti tra il popolo. Questo fin da quando, nel XV° secolo, la
    popolazione, non più contenibile nell'antico
    cerchia muraria dei due borghi, fu indirizzata a costruire nuove case prima
    tra l'antemurale  e poi
    oltre. Lo sviluppo edilizio vertiginoso si ebbe però con l'avvento dei Farnese. Sorsero così uno appresso
    all'altro il rione di Fontana
    Grande intorno alla Piazza del Comune, poi quello della Nave con Monte
    Cavallo, detto allora Borgo Ottavio, poi S. Anna e quello  della Pace.
    Si giunge così alla fine del XVIII° secolo. Poi riprende lentamente l'espansione; ma più per forza di colmamento
    marginale  che per un vero piano organico di costruzione. Ha inizio
    cosi la fase edilizia delle case nuove intorno al Campo della Fiera. Ma non
    vi sono più veri e propri palazzi; e si arriva agli inizi del '900. Costruito il Ponte della Pietra, dopo il
    1910, iniziano le prime casette costruite al di là del ponte e fino al
    1950  circa si stenta a ricostruire anche le case bombardate dall'incursione del 5 giugno 1944. Verso il 1960
    inizia l'accelerata e caotica
    costruzione delle nuove zone di fabbricazione che ha rovinato un pò tutto. 
    Si è costruito senza un piano regolatore o piano di fabbricazione.
    A Ronciglione infatti si costruiscono prima le case, di diritto e di
    traverso, e poi le strade, se ci riscappano. Di modo che abbiamo avuto un
    allungamento e poi un allargamento sul gia lungo asse  viario della
    via Cimina senza alcun collegamento trasversale. Ne è risultato così che
    prima e dopo la costruzione  della Circonvallazione, - altra parallela
    del gia esistente asse viario della via Cimina - dall'imbocco
    verso Roma  fino a via delle Vigne, per la lunghezza di quasi un
    chilometro di case , non si comunica trasversalmente. A meno che non si
    voglia considerare per collegamento trasversale  lo stretto budello di
    via S. Giovanni con gli infelici innesti che si arrampicano verso la Circonvallazione.
    Come pure vani sono stati i tentativi per collegare piazza  Principe
    del Piemonte (La Pace) con via San Giovanni e poi su su fino a via delle
    Vigne mediante una strada che si possa dire via  di scorrimento e non
    di tornanti di montagna. Così tra architetti,  ingegneri e una
    colluvie di geometri, la Ronciglione modernissima  è risultata una
    accozzaglia di case  e di costruzioni senza senso e senza
    collegamenti, che ha anche rovinato e soffocato l'antico
    impianto urbanistico, che ancora strappa le meraviglie degli studiosi.
    Comunque rimane il dato di fatto storico e antico che i Rioni gia esistono
    e sono ben precisi e definiti. 
    E' giunto il tempo poi
    che anche il Carnevale di Ronciglione abbia una sua collocazione  più
    precisa nei vari ambiti in cui esso si colloca: da quello
    folcloristico-storico a quello turistico-ricreativo. E questo sia nel
    contesto cittadino, provinciale e regionale. Anche le scuderie che animano
    le corse "a vuoto" dei cavalli dovrebbero entrare nelle
    animazioni dei rioni e dare così una competitività stracittadina allo
    stesso Carnevale. Quello che invece manca quasi del tutto è il settore
    culturale, con la C maiuscola. Finora i tentativi fatti sono stati poco
    incoraggianti e niente affatto sostenuti da chi dovrebbe sostenerli.  
     
    Rioni 
      
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