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     Associazione Culturale Mariangela Virgili 
    I Farnese a Ronciglione
      
    L'arte di lavorare il ferro, ben nota agli etruschi , ha trovato a
    Ronciglione uno dei luoghi adatti a questo scopo e la rinascita
    dell'industria della lavorazione di attrezzi vari, che è avvenuta verso la
    fine del XV° secolo, a Ronciglione non è stato altro che un ampliamento di
    sviluppo. Sarebbe, oggi semplicemente , un fenomeno molto strano, dire che
    nel secolo XVI° gli abitanti del nord Italia abbiano emigrato nel centro
    Italia vicino a Roma proprio per cercare lavoro. Ma invece questa è una
    realtà storica che è accaduta a Ronciglione. Nella seconda metà del
    cinquecento un gruppo di artigiani di Parma venne a Ronciglione; erano i
    primi lavoratori del ferro che cominciarono ad ampliare gli opifici, detti
    a Ronciglione "defizi", dove venivano costruiti ronci, zappe,
    vanghe, pale, mazze, ecc. Acqua e carbone favorirono l'incremento di tale
    lavorazione; ma anche la fusione del ferro fu incrementata. Fu impiantato
    un servizio di carriaggio che dall'isola d'Elba portava attraverso lo stato
    di Castro la terra ferrosa fino a Ronciglione e nel defizio sotto la
    Provvidenza veniva fatta la colatura con una specie di altoforno
    rudimentale. Altre officine lavoravano il rame e l'ottone; una vera industria
    all'avanguardia per quei tempi. Lo sviluppo economico di Ronciglione
    proseguì con i Farnese, oltre la lavorazione dei metalli, anche
    l'agricoltura fu incrementata specialmente nei territori attorno al Lago di
    Vico e a Poggio Cavaliere , come pure nelle zone di Vignagrande e
    Vignalungo svilupparono la coltivazione della vite. 
    Lo sviluppo economico di Ronciglione proseguì con i Farnese anche
    negli altri settori artigiani, come la carta, la tessitura, la tipografia e
    quella che oggi si direbbe l'industria alberghiera con una parola grossa
    per il traffico che fu incanalato a Ronciglione. Fu questo uno dei
    capisaldi della politica farnesiana : costruire una strada efficiente che
    collegasse Roma con il nord Italia; e tale progetto gli riuscì in pieno,
    soppiantando quasi del tutto la vecchia Cassia che passava per Vetralla,
    Capranica e Sutri. Non sappiamo se i Farnese siano stati gli ideatori di
    questo progetto, di far deviare per Ronciglione la vecchia Cassia, o
    semplicemente dei valorizzatori di un tracciato che gia esisteva da
    tempo.In genere l'abilità dei Farnese fu proprio quella di intuire le molte
    risorse che offriva Ronciglione e svilupparle con grandiosità di mezzi ed
    efficienza di risultati: così fu della riattivazione dell'emissario del
    Lago, il Rio Vicano; così dello sfruttamento dei boschi e dell'industria
    del ferro e altri metalli; così fu pure del vecchio  e
    rudimentaletracciato del braccio di strada che univa Monterosi a Viterbo
    attraverso Ronciglione. E fu un'interruzione geniale che si avvalse 
    di tanti vantaggi : un tracciato più breve l'attraversamento di una zona
    più amena e aperta con la suggestiva visione del Lago di Vico, una più
    efficiente attrezzatura alberghiera con la costruzione di nuovi edifici
    ricettivi. 
    Disponendo di alto potere politico, di abilità diplomatica e di
    molte risorse, i Farnese costruirono a Ronciglione la loro capitale di
    prestigio per il piccolo stato di Castro, uno Stato piccolo ma
    efficiente  che doveva servirgli non per risiedervi, che a poco a poco
    riduceva la loro presenza a Ronciglione, quanto invece a far vedere a
    Roma  ed altrove  che erano indipendenti, abili e ricchi. Per
    questo trasformarono Ronciglione  da un vecchio e per questo grandioso
    castello e per questo esso era un piccolo centro abitato, in una moderna
    cittadina che per i tempi fu all'avanguardia in tutti i  settori:
    artistici, economici e sociali. Chiamarono all'opera insigni architetti
    quali Antonio da Sangallo, Vignola, Piero da cortona, i quali impiantarono
    a Ronciglione una sistemazione urbanistica organica e funzionale, ma anche
    geniale. Con vera sapienza lasciarono intatti i vecchi borghi, costruendo
    intorno ad essi il nuovo impianto. Fu tracciato il tridente nord - ovest
    dell'antemurale con le vie del Rosario, Farnesiana e Campana, in mezzo alla
    quale fu innalzata la bella e monumentale Fontana Grande, ancora esistente. 
    L'abilità tecnica trovò anche una soluzione urbanistica e
    scenografica superba e degna del fasto di cui si seppero circondare i Duchi
    Farnese a Ronciglione. Infatti fu tracciata una strada lunga 1Km.  che
    toccando il ciglio del Vallone di Rio Vicano nella parte non ancora
    occupata dalle nuove case correva e corre ancora oggi larga e spaziosa in
    leggera inclinazione fino a Porta Romana, la quinta semplice e scenografica
    proprio i vista dell'allargamento del vallone di Rio Vicano e di fronte al
    grande dirupo dove sorgono i Borghi antichi ed in primo piano il leggiadro
    Campanile di S. Maria della Provvidenza. A caposaldo di essa, venendo da
    Roma, fu costruita su disegno del Vignola la Chiesa di S. Maria della Pace,
    isolata tra due strade. A Montecavallo fu innalzato il Palazzo dei Farnese
    dal Vignola che non grandioso affatto come quello di Caprarola, era però
    elegantissimo, raccolto e molto funzionale, si da accogliere una piccola
    corte festosa e raffinata come era quella Farnese. 
    A lavori finiti, Ronciglione apparve davvero nuova e grandiosa più
    di quello che in realtà era. Ancora oggi, specialmente venendo da Roma ed
    avanzando in essa, questa strada sembra fatta or ora e da un'impressione di
    grandiosità e di bellezza che incanta anche il turista più distratto, che
    non può fare a meno di dare uno sguardo dalla Porta al panorama  degli
    antichi Borghi, di ammirare i bei e vari palazzetti barocchi di via Roma,
    di essere sorpreso da Piazza della Nave e di godere della visione di fuga
    di palazzetti affiancati a schiera la salita di Montecavallo.
    Effettivamente dopo oltre quattrocento anni l'impianto urbanistico
    farnesiano di Ronciglione suscita ammirazione e sorpresa e fa della nostra
    cittadina un ambiente davvero inconsueto per gli antichi castelli e borghi
    della Tuscia. 
      
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